
Oggi salone, allora luogo in cui la gioventù dell'epoca
di notte si scatenava al ritmo del charleston
Inaugurato poco prima che scoppiasse la Prima Guerra Mondiale, il Palace Grand Hotel raggiunse il suo massimo splendore negli anni successivi alla Grande Guerra.
Siamo nei ruggenti Anni Venti: l’aria vibra di allegria ed energia, il ritmo del charleston accompagna le feste più riuscite.
A New York il Cotton Club porta in pista la gioventù della città, pronta a scatenarsi al ritmo sfrenato del jazz: è in questo periodo che Francis Scott Fitzgerald ambienta Il Grande Gatsby.
In Europa è la Venere Nera Josephine Baker a introdurre la musica che infrange tutte le regole dei balli da sala: alle Folies Bergère si registra il tutto esaurito ogni sera.
E a Varese? Anche la sofisticata città accoglie il nuovo corso e si lascia allegramente sedurre dai ritmi trascinanti della nuova musica.
Lo splendido salone da ballo, che l’architetto Sommaruga progettò secondo i canoni del Liberty, fu teatro dei più bei balli di quegli anni.
Basta socchiudere gli occhi per immaginare la luce soffusa irradiarsi dai lampadari déco, veri e propri gioielli della decorazione d’interni, i passi vorticosi dei ballerini, tra cristalli, piume di struzzo e risate.
E se l’orchestra non era disponibile bastava un grammofono in un angolo per dare il via alle danze.
Nelle belle serate estive le finestre sulla terrazza offrivano una vista impareggiabile sul lago e tra una danza e l’altra ci si poteva riposare godendo della bellezza della notte.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale arrivarono gli anni del boom economico e il salone tornò ad ospitare eleganti eventi, tra cui anche moltissimi balli della buona società.
Oggi è un elegante salone.
Comodamente seduti in una delle poltrone si possono ammirare i fregi che decorano l’ambiente, la ricchezza del bancone bar, e, accompagnati dalle note di un pianoforte, lasciar correre lo sguardo sul panorama mozzafiato che si apre oltre la terrazza.