Assaggi di carni crude piemontesi
Seadas sarda al formaggio fresco e agrumi con miele versato
Bianco mangiare con salsa al mirto sardo
Canederlo in brodo della tradizione
Goulsh di cervo con spaetzel
Vista delle Dolomiti
Iniziato a settembre con la cucina della Liguria, il viaggio di sapori lungo lo stivale ha già toccato Sardegna, Valle d’Aosta, Piemonte e Lombardia.
Dall’antipasto al dessert la tradizione potrà essere gustata nella sua massima espressione, ma con una nuova leggerezza.
Piccoli accorgimenti infatti mantengono intatti il sapore e l’aroma di ogni ingrediente, e al tempo stesso rendono più contemporanei e adatti ai nostri tempi anche i piatti più ricchi.
Un omaggio alla nostra storia, senza dimenticare il nostro benessere.
Ora è la volta del Trentino Alto Adige: dal 13 al 26 gennaio gli ospiti del ristorante Liberty del Palace Grand Hotel di Varese potranno assaporare i piatti tipici di questa bellissima regione.
Il menu si apre con un grande classico della tradizione trentina: il carpaccio di Carne Salada, un tipico esempio di local food.
I tagli di carne infatti vengono salati con una miscela di sale e altri ingredienti e conservati al buio dalle 2 alle 5 settimane. Ogni due o tre giorni la carne deve essere massaggiata accuratamente; solo così il sapore sarà omogeneo e intenso al punto giusto.
All’antipasto segue un primo le cui origini ne fanno un piatto sostenibile da sempre: i canederli in brodo. L’ingrediente base, il pane, è di recupero: è semplice pane raffermo che viene amalgamato con uova, latte e altri ingredienti. Ed è proprio qui il segreto che rende i canederli squisiti: la qualità delle materie prime più semplici, trasformando un piatto povero in star della tradizione.
Risente invece delle influenze della storia il secondo: goulash di cervo con spatzel.
In questo piatto si mescolano i sentori del bosco con la tradizione culinaria della Mitteleuropa, dono degli anni vissuti sotto il dominio dell’impero austroungarico.
Se il cervo frequenta abitualmente i boschi trentini, il goulash è un tipico piatto ungherese.
Nella versione trentina alla carne di vitello si sostituisce quella di cervo, un tocco deciso e caratterizzante. A mitigare e ammorbidire il sentore di selvaggina gli spatzel, morbidi gnocchetti.
Chiude la serata il re dei dessert della regione: lo strudel, servito tiepido. Una morbida sfoglia caramellata accoglie la dadolata di mele e pinoli, mentre il profumo intenso della cannella riempie le narici.
Quando si dice chiudere la serata in dolcezza.